Giardino di delizie. Del chiostro di Santa Sofia in Benevento.
Cliente: MediArt srl / el Kozeh editore.
Categoria: fotografia di beni culturali.
Tipologia: documentazione fotografica del chiostro di S. Sofia in Benevento e di una parte del Museo del Sannio.
Obiettivo: fotografie realizzate per la stampa del libro: Giardino di delizie. Del chiostro di Santa Sofia in Benevento, di Elio Galasso – el Kozeh edizioni.
Richiesta: il committente ha chiesto il mio intervento come fotografo tanto sul piano documentario quanto su quello interpretativo al fine di attribuire un valore creativo e autoriale alla componente fotografica del libro. È stato chiesto il mio intervento anche nella ricerca e nella progettazione del concept di editing editoriale.
Ruolo: riprese fotografiche, elaborazione digitale, selezione ed editing fotografico, ricerca e progettazione del concept di editing editoriale.
Team: assistente fotografo e grafico.
Fotografie realizzate per gentile concessione dell’ente Provincia di Benevento.
Benevento, Italy
2019/20

Queste fotografie mostrano il chiostro di Santa Sofia di Benevento come da me fotografato per realizzare le immagini contenute nel libro: Giardino di delizie. Del chiostro di Santa Sofia in Benevento, di Elio Galasso. El Kozeh edizioni.
“Carissimo Eudechio, mi hai restituito la visione di un artista arrampicato nel chiostro alla ricerca del suo punto di vista sulle scene scolpite. Grazie per il fondamentale tuo contributo che tutti ora conoscono.”

Con l’obiettivo di soddisfare la stimolante richiesta dell’editore di produrre un vero “libro fotografico” in cui le fotografie potessero risultare una parte fondamentale dell’operazione, ho pensato che le immagini dovevano in qualche misura affrancarsi dall’essere percepite come un mero accompagnamento al testo, anche se pur sempre contenute in un catalogo.
Queste riflessioni hanno pre-determinato il mio lavoro sin dalle prime fasi operative di ripresa sul campo, per poi guidarmi anche nelle scelte inerenti la progettazione delle macrostrutture (relazione testo-immagini) interne al libro.
Un giorno ho mostrato al professore Elio Galasso le prime immagini realizzate. Guardandole egli ha esclamato con stupore: “è da quaranta anni che studio questi pulvini ma ora è come se li vedessi per la prima volta…”.


In quel momento ho realizzato che avevo trovato la chiave di lettura appropriata per interpretare quel luogo.
Quindi ho pensato da un lato a come realizzare la singola immagine e al contempo a come collegare ciascuna immagine all’altra per comporre una serialità e conferire al lavoro nel suo insieme una forma espressiva unitaria e compatta.

Gli elementi che hanno concorso a tale fine sono stati:


• La scelta di isolare i soggetti facendone delle composizioni a se stanti.

• La scelta di decontestualizzare i soggetti dalla loro reale collocazione e abituale visione simultanea di insieme.

• La scelta di restituire il soggetto da un punto di vista non consuetudinario (ad esempio abitualmente dei pulvini non si ha una visione frontale né isolata).



• La scelta di utilizzare luci artificiali per reiterare la percezione dei valori plastici dello spazio architettonico precostituito.



• La scelta di un lavoro di post produzione rigoroso, con interventi mirati, per rinnovare l’esperienza estetica dello spazio conosciuto.


Alla fine nel libro, tra fotografie e testo, si è ricreata una relazione a distanza e non una dipendenza reciproca.

Il lettore può concentrarsi sul testo e leggerlo in continuità, senza frammentarne il flusso. Allo stesso tempo le fotografie agiscono su un altro piano e permettono allo sguardo del lettore un’esperienza dello spazio senza il didascalico ricatto che spesso accompagna questo tipo di pubblicazioni condizionandone la lettura per immagini.








Grazie all’applicazione di queste ed altre componenti espressive credo di essere riuscito nell’intento di essere presente in ciascuna di queste immagini quanto ma non oltre il soggetto ritratto.
Backstage

• Uno studio fotografico attrezzato allestito ogni giorno in un chiostro medievale.

• Uno straordinario e qualificato collaboratore: Mario Taddeo.


• 16 quadrifore, 47 pulvini, 4 lati ogni pulvino…e poi il museo.

• Circa due mesi di lavoro sul campo, tra interni ed esterni, tra riprese e post-produzioni.

• Oltre 165 immagini inserite in un solo libro.
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